15 Ottobre 2023

Psicomotricità o Pratica Psicomotoria?

Psicomotricità e pratica psicomotoria sono termini utilizzati spesso in modo intercambiabile, ma in realtà si riferiscono a due cose diverse, il primo ad un aspetto dello sviluppo del bambino, il secondo ad un’attività specifica per favorirlo e accompagnarlo.
“Azione, affettività e pensiero non possono essere visti come separati tra loro, ma come un tutto unico”
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Il termine psicomotricità si riferisce all’integrazione tra gli aspetti del corpo, della mente e delle emozioni dell’individuo, dall’inizio della vita in poi, con particolare riferimento al fatto che mentre si compie un’azione sul mondo questa ha delle ricadute sulle conoscenze che l’individuo acquisisce e sui suoi pensieri. Nello specifico il cervello non è fatto primariamente per pensare, al contrario di quanto si potrebbe credere, ma proprio per sentire ed è sulla base di ciò che l’individuo percepisce attraverso i sensi che è in grado di crearsi una rappresentazione del mondo e dei pensieri. Quindi nel termine psicomotricità è contenuto il riferimento al legame importantissimo che c’è tra azione, affettività e pensiero che non possono essere visti come separati tra loro, come si riteneva erroneamente in passato, ma come un tutto unico: l’essere umano interagisce con l’ambiente come un tutt’uno. Va da sé che la psicomotricità dell’individuo si sviluppa lungo tutto il corso dell’esistenza e in molti contesti differenti, a seconda delle esperienze che l’individuo stesso compirà e che andranno ad arricchire la sua persona.

Il termine pratica psicomotoria invece si riferisce ad un’attività specifica che offre ai bambini un contesto (o quadro) ben definito in cui viene accolta e accompagnata a progredire l’espressività motoria di ciascuno: in uno spazio e un tempo specifici e con del materiale con caratteristiche precise la pratica psicomotoria fa progredire la capacità di ognuno di esprimere la propria interiorità attraverso il corpo e il movimento all’interno di una dimensione simbolica in cui il bambino sente di poter manifestare anche contenuti affettivi e cognitivi forti e distruttivi per la sicurezza fisica ed emotiva che viene garantita dallo psicomotricista. Il bambino vive delle sensazioni, a partire dal suo agire spontaneo, che risvegliano e “mettono in moto” immagini e pensieri per lo più inconsci e vanno ad alimentare il suo gioco il quale diventa in questo modo una narrazione della sua storia personale. Il bambino così non solo porta fuori di sé ciò che sente o che ha in mente (i suoi pensieri e le sue emozioni più profonde), ma impara anche a controllarlo, “studia” gli effetti della sua azione sul mondo esterno, evolve ed apprende. Agire spontaneamente in questo modo significa dunque creare pensiero e permettere al bambino, grazie all’aiuto dello psicomotricista, di mettere in relazione, attraverso legami di senso, quanto sente (il suo mondo interno) con quanto pensa. In altre parole aiuta a mantenere, accrescere, rinforzare o recuperare questo legame tra corpo, emozioni e mente (o anche azione, affettività e pensiero) di cui abbiamo precedentemente parlato che è alla base del benessere della persona poiché in sua assenza si instaura la difficoltà fino alla patologia.

Martina Agnoli