6 Dicembre 2023

Come si diventa psicomotricisti PPA?

Per essere psicomotricisti PPA è richiesta una formazione triennale che comprende la formazione teorica, la formazione personale attraverso la via corporea e il tirocinio osservativo. Nessuna persona che non sia formata in questo modo dovrebbe svolgere la Pratica Psicomotoria con i bambini.
Se non “senti” nel corpo e non impari a mettere in relazione ciò che senti, con ciò che agisci, con ciò che pensi non potrai mai comprendere fino in fondo il bambino e aiutarlo a crescere e stare bene.
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Quando ho iniziato la mia formazione alla PPA non avevo idea di che viaggio stavo per intraprendere. Al tempo ero studentessa di Psicologia all’Università di Padova, ma volevo calare quel tipo di formazione, che per me è stata una base fondamentale importantissima, anche nella pratica del lavoro con i bambini. Con una cara amica, oggi collega, ho deciso di iscrivermi al primo modulo di formazione alla Pratica Psicomotoria Aucouturier, inizialmente un po’ per curiosità e un po’, diciamolo pure, per provare ad aprire delle possibilità di lavoro nell’ambito dell’infanzia che era il mio principale campo di interesse anche come psicologa. Dedicavo almeno uno o due week end al mese a questa formazione e, dopo circa un anno e mezzo, ho ottenuto un attestato che all’epoca permetteva di svolgere la Pratica Psicomotoria a livello educativo.

Attualmente questa formazione “annuale” non è più sufficiente per poter lavorare con i bambini, soprattutto nei centri privati o proponendosi come operatori esterni presso nidi, scuole dell’infanzia e scuole primarie. Infatti oggi lo psicomotricista PPA è uno specialista che ha una formazione almeno triennale (2400 ore) che comprende la formazione teorica, la formazione personale attraverso la via corporea e il tirocinio osservativo. Per questo motivo, dopo varie vicissitudini di vita privata, ho deciso di riprendere la mia formazione e proseguire per ulteriori due anni, approfondendo il campo dell’aiuto e della terapia somato-psichica per essere a tutti gli effetti una psicomotricista in grado di mettersi in una relazione di aiuto autentico con il bambino. Una volta terminato questo percorso è possibile richiedere di diventare Specialisti riconosciuti presso l’Ecole Internationale Aucouturier, prendendosi l’impegno di promuovere lo sviluppo della PPA, di garantire che venga svolta mantenendo fede ai principi e valori originali su cui si fonda, di mantenere un percorso di formazione continua attraverso la ricerca e l’approfondimento della metodologia Aucouturier e la supervisione del proprio operato, secondo quanto riportato sulla Carta dello Specialista.

La formazione alla PPA ti cambia profondamente. 

È una formazione che punta a sviluppare le competenze e la sensibilità necessarie a comprendere ed accogliere i segnali inviati dal corpo e dalla motricità del bambino e a metterli in relazione con il suo mondo interno, fornendo a ciascuno gli strumenti più adatti per poter proseguire lungo il suo percorso di maturazione, nella piena consapevolezza che ogni cambiamento nel corpo corrisponde ad un’evoluzione sul piano dello sviluppo psicologico del bambino.

È una formazione che ti porta ad accogliere, accettare e rispettare ogni bambino nella sua unicità, originalità e diversità senza alcun giudizio, con l’intenzione autentica di favorire il massimo benessere di ciascuno.

La metodologia si basa su un principio pedagogico che va “dall’esperienza al concetto” come sottolineato da Bernard Aucouturier. Ed è proprio per questo che per noi psicomotricisti diventa fondamentale la formazione personale attraverso la via corporea, perché gli assunti teorici sono importantissimi e da conoscere perfettamente, ma se non “senti” nel corpo e non impari a mettere in relazione ciò che senti, con ciò che agisci, con ciò che pensi non potrai mai comprendere fino in fondo il bambino e aiutarlo a crescere e a stare bene.

Non si tratta di “imparare a fare delle cose”, si tratta di lavorare su se stessi per poter stare in una seduta ed essere lì per il bambino. Si tratta di sentire il proprio corpo, di conoscere le proprie tensioni, di lavorarle per poter stare con il bambino che abbiamo di fronte senza farsi travolgere da quanto ci porta nell’interazione con il suo corpo e le sue emozioni. Allora la teoria prende significato proprio in virtù dell’esperienza personale vissuta, elaborata, studiata, integrata. Non si tratta più di concetti astratti, ma di una vera e propria “conoscenza incarnata”. Questa formazione ha una portata enorme, si imprime nel profondo. E quando lavori con il bambino l’obiettivo non è più semplicemente “fare la seduta”, ma porsi in una relazione di aiuto a diversi livelli con coscienza, con apertura, con empatia, con la consapevolezza di cosa si può fare davvero per l’altro che è con noi. Allora l’espressività motoria del bambino non ti può travolgere, è possibile stare nel turbine di azioni ed emozioni che i bambini portano, è possibile slegarsi dal giudizio che ci induce spesso a “fare qualcosa per provare a cambiare quel bambino”, è possibile darsi un tempo, attendere, stare nell’incertezza senza bisogno del risultato immediato. Si fa più attenzione al proprio corpo, ai segnali che manda, alle risonanze tonico-emozionali reciproche, al non verbale, si comprende l’importanza di essere lì in quel momento e in quello scambio con il bambino. Si comprende il valore del simbolo, della metafora per comunicare senza invadere l’altro, ma rispettandolo nella sua persona.

Questo sancisce un’importante differenza con tante attività che vanno sotto il nome di “psicomotricità” che si avvicinano più ad un’attività motoria che ad un lavoro profondo sulla persona bambino come quello offerto dalla PPA, noi non ci formiamo ad insegnare esercizi ai bambini, a proporre attività motorie che stimolino funzioni superiori. E sancisce un’importante differenza anche rispetto ad interventi terapeutici riabilitativi che hanno come obiettivo quello di lavorare su una particolare funzione che può risultare per qualche bambino “compromessa”.

Lo psicomotricista PPA non si concentra sul sintomo, ma lo aggira, incontra il bambino come un tutto unico e entra in un’ inter-azione che si basa sul piacere reciproco dello scambio, accoglie e restituisce, all’interno di un quadro specifico in cui deve essere garantito il registro simbolico, nell’idea che lo sviluppo proceda non per “allenamento di funzioni”, ma mano a mano che tutte le parti si integrano nell’unità, dal basso verso l’alto, dalla profondità verso la superficie, dai piedi ben ancorati al suolo alla mente, dal corpo al linguaggio e al pensiero.

La PPA sia a livello educativo che di prevenzione e aiuto terapeutico non può e non deve essere svolta da persone non formate in questo modo e in continuo aggiornamento.

In Italia ci sono diversi Centri di formazione alla Pratica Psicomotoria Aucouturier, con Formatori e Formatrici riconosciuti dall’Ecole Internationale Aucouturier, come l’ARFAP di Bassano del Grappa, dove io stessa mi sono formata, il centro CRESCERE di Torino e IL GLOBO di Brescia.

Bernard Aucouturier li definisce così: “Ogni Centro di Formazione è un centro di cultura dove il Formatore svilupperà una filosofia umanista che trascenderà i suoi atti e le sue parole.”